Dal diario personale di Alexander Chesterton

La visita alla biblioteca non ha dato i risultati attesi: pensavo che riuscir ad entrare nella sala sarebbe stato decisivo ai fini della risoluzione del caso. Invece purtroppo non sono riuscito a trovar nulla che desse senso a questa strana storia. Il direttore, parlando informalmente, mi ha detto che il Pasotti aveva richiesto anch'egli l'accesso a quella parte di biblioteca che nasconde i libri più perigliosi per l'ordine della nostra città. Vi si nascondono infatti tomi proibiti che narrano storie fantastiche e inventate per lo più di esseri malvagi e diavoli d'ogni specie. Anche i volumi messi all'indice vi si trovano. Interessanti son stati i libri che si occupavano di rune, simboli strani che non ricordo bene a quale funzione assolvessero. Il simbolo trovato sul vaso, quel simbolo che cercava febbrilmente di decifrare il Pasotti e sul quale anche io smanio dal desiderio di veder a che si riferisce, è in per larghi tratti simile a quelle strane rune che ho visto in alcuni libri. Purtroppo quel simbolo non si trova da nessuna parte: questo aumenta il mistero e la mia voglia di capire perché pare tutto così oscuro e proibito.

Il direttore ha dato poi due indizi che, seppur non muovano la nostra posizione di un centimetro, possono dar il via a nuove piste: ha detto che il Pasotti aveva richiesto di accedere alla sala di consultazione dei libri proibiti e che, messo di fronte all'inevitabilità di un'attesa di qualche giorno per verificare le sue motivazioni, abbia dato in escandescenze e abbia reso necessario l'intervento del custode che l'ha allontanato. Strano che una persona di tale garbo e abituato al quieto vivere abbia avuto un tale scatto d'ira per una cosa di così poco conto: segno che già era esaurito e che il male già lo corrodeva dall'interno. Potrebbe esser stato in grado di uccidere però?
La seconda rivelazione che il direttore è stato in grado di darci è la traduzione del foglio trovato nel cadavere del povero ragazzo. Non che sia d'aiuto al momento, ma chissà in futuro.

A dir la verità mi pare che la visita in biblioteca non sia stata poi così infruttuosa come ho troppo frettolosamente scritto all'inizio delle mie memorie odierne. Consultando il registro delle ultime visite ho notato che la Contessa Margherita Bulckaen è un'abitueé della sala dei libri proibiti. Essendo padrone del mestiere ho subito avuto l'idea di andare a trovare la gentil signora. Incredibilmente pare che questa donna sappia più del Conte, del Martinelli e del Lorenzetti messi tutt'insieme. Anche il suo aspetto è molto gradevole e i suoi modi son di persona nobile e abituata a ben altri auditori. Suo marito, ormai defunto, era un esperto archeologo e lei, reclusa tra la pietra di casa sua, s'è per anni appassionata agli affari del pover'uomo. Fatto sta che conoscesse il simbolo e che l'abbia senza perplessità accostato a quelle rune che avevamo trovato sui libri nascosti in biblioteca. Ha parlato molto ma senza entrar precisamente nel merito. Ero sicuro che sapesse molto più di quello che voleva lasciar trasparire. Siccome mi avevano accompagnato anche gli amici del bordello non volevo che fossero stati loro, chissà in che modo, a impaurir la contessa. Così, fingendo di aver bisogno di coricarmi presto, e stando attento a non farmi veder dal Lorenzetti intento a far il cascamorto con la cameriera, mi recai alla casa della contessa per veder di ottener colloquio.

3 commenti:

  1. Ecco comunque dove t'eri cacciato!!!! gli amici del bordello... io son pur sempre il CONTE!!
    Credo caro il mio Sandro che sia giunta l'ora di rifar le lenti degli occhiali, forse così la signora Contessa le apparirà nella sua statuaria bellezza, pregherei il Bruno di mostrat tal diapositiva..

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  2. Ma caro conte . . La bellezza è pur sempre cosa soggettiva, altrimenti non si spiega come Lei abbia fatto a prender moglie ;-)

    Poi oh, du' corpi un si negano neanche alle bestie!

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