Furto in Villa

Chesterton in biblioteca

Questa storia ha qualche aspetto che non mi vuole proprio convincere: devo ammettere che mi sto proprio appassionando a questo intrigo e a queste sparizioni. Non pensavo che la mia nuova occupazione potesse esser tanto interessante. Credo sia oppurtuno non tralasciare nessun aspetto di questa strana storia: per questo mi recherò in biblioteca per cercare informazioni utili. Cercherò di capire meglio che storia c'è dietro il libro ordinato dal Pasotti, cercherò notizie sull'autore e tenterò di capire se l'esoterismo e l'occulto possono avere un fondamento razionale. Sono molto scettico, ma sono anche un investigatore.
Lucca , 23 Agosto 1921

Risultati della ricerca:
nonostante Chesterton non fosse molto abituato a questo genere di cose e non sapesse bene dove mettere le mani trovo informazioni molto interessanti: non trovò niente a riguardo del trattato della Prof. Murray, però trovo numerosi riferimenti a miti di Streghe e Stregoni sul territorio toscano tra cui il libro di Arcadia di Charles Leland (1824-1903) scrittore, giornalista e folclorista americano, che affermò che la maggior parte del suo libro si basava su un manoscritto ricevuto da una donna di nome Maddalena, che riportava nel dettaglio le credenze di una tradizione sconosciuta di stregoneria religiosa toscana. Avrebbe ricevuto il manoscritto nel 1886, durante un soggiorno in Italia. Alcuni sostengono che la donna in questione fosse Margherita Zaleni, una chiromante, che avrebbe iniziato lo stesso Leland alla stregoneria.

"Quando io avrò lasciato questo mondo, di qualsiasi cosa avrete bisogno, Una volta al mese, Quando la luna è piena...Venite in luogo deserto, Nella selva, tutte insieme, E adorate lo spirito onnipotente, e a colei che voglia Aprendere la stregoneria,Mia madre le insegnerà ogni suo segreto"




La leggenda di Lucida Mansi


Lucida Mansi, figlia di nobili lucchesi, era una donna molto attraente e libertina. Ella era talmente crudele ed attratta dai piaceri della carne che arrivò ad uccidere il marito per contornarsi liberamante di schiere di amanti. Pare inoltre che uccidesse gli amanti che le facevano visita, facendoli cadere, dopo le prestazioni amorose, in botole irte di lame affilatissime.

Una mattina però le sembrò di scorgere sul suo viso una quasi impercettibile ruga: il passare del tempo stava spegnendo la sua bellezza. Lucida, disperata, pianse e si lamentò tanto che apparse di fronte a lei un magnifico ragazzo che le promise trent' anni di giovinezza in cambio della sua anima. Dietro le fattezze del ragazzo si nascondeva però il Diavolo. Lucida accettò il patto. Per il tutto il tempo pattuito con il Diavolo le persone che la circondavano continuavano a invecchiare, mentre lei manteneva intatta la sua bellezza e perdurava nella sua dissolutezza, fagocitando lusso e ricchezza e continuando a uccidere i suoi amanti.

Trent'anni dopo lo scellerato patto, la notte del 14 agosto 1623, il Diavolo ricomparve per prendersi ciò che gli spettava. Lucida, ricordatasi della scadenza, tentò di ingannarlo: si arrampicò sulle ripide scale della Torre delle ore con la speranza di allontanare la sua fine inevitabile. Lucida saliva la Torre, affannata correva a fermare la campana, che stava per batter l'ora della sua morte. A mezzanotte in punto il Diavolo avrebbe preso la sua anima. Ma il tentativo di bloccare la campana fallì, Lucida non fece in tempo a fermare le lancette dell'orologio e così il Diavolo la caricò su una carrozza infuocata e la portò via con sé attraversando le Mura di Lucca fino a gettarsi nelle acque del laghetto dell'Orto botanico comunale di Lucca.

Ancora oggi chi immerge il capo in questo lago pare possa vedere il volto addormentato di Lucida Mansi. Nelle notti di luna piena pare oltretutto che sia possibile vedere la carrozza mentre dirige la donna verso l'inferno e sentirne le grida. Altre fonti individuano il fantasma della bella lucchese vagare nel palazzo di Villa Mansi a Segromigno, luogo in cui essa soleva intrattenere e poi giustiziare i suoi amanti.

Estratto da “Monarchia Oggi”

Estratto della pagina di annunci economici di "Monarchia Oggi" del'Agosto '21

Il simbolo

A Firenze i nostri investigatori scoprirono che l'ingegnere cercava informazioni a riguardo di uno strano simbolo che all'attento Lorenzetti ricordava vagamente qualcosa a cui aveva assistito anni addietro...






Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"

Lucca 22/08/1921 notte
Rettifiche sul caso Pasotti, svolta interessante e definitiva delle indagini.
Che fine hanno fatto i sani valori. Ma io dico, all'età di ventun anni, uomo fatto e maturo come si fa a non aver ancora preso moglie?? Quella buon anima del Donati ha visto bene di non sposarsi. Non ci son più i giovani di un tempo, dove andremmo a finire.
Comunque giornata dai risvolti interessanti, dopo esser stato all'anagrafe ed esser venuto a conoscenza della spiacevole ma ineluttabile verità sul Donati, ho fatto un salto al Paradiso di Boboli per salutar gli scansafatiche della combriccola e vi ho trovato solo il Lorenzetti. Dopo averlo ragguagliato sugli sviluppi del caso ci siam recati direttamente a casa del Pasotti per cercar nuove informazioni a riguardo.
Giunti al domicilio dell'ingegnere abbiam constatato che la serratura era stata brutalmente manomessa, all'interno dell'appartamento era tutto in ordine se non per quei due cialtroni del Inglese e del Martinelli, i due comari s'eran recati dal Pasotti con il nostro stesso intento. Sentendoci arrivare han visto bene di nascondersi e farci una burla grottesca tentando di spavenatci. Ovviamente ne io ne il giovine Lorenzetti siam caduti nel tranello, la pièce teatrale organizzataci si è conclusa non con un applauso a scena aperta come s'erano preventivati i due ma con una sberla inferta dal ragazzo all'Inglese.
Tornando al motivo dell'intrusione, nella dimora abbiamo trovato poco o nulla di interessante, eccezion fatta per:
Un dizionario di Latino sulla comodina, lettura alquanto insolita sia per l'ubicazione sia per la professione del padrone di casa.
Una prenotazione per un libro in lingua Inglese da ritirar in quel di Firenze, libro che doveva star molto a cuore dallo scomparso, visto che l'ordine si trovava nel secretaire nascosto della scrivania.
Ed ultima cosa, senza dubbio la più importante, nello scomparto privato oltre alla prenotazione del libro vi era una lettere autografa in cui asseriva che da più notti non dormiva e aveva sogni ricorrenti e che ora grazie a delle gocce riusciva a dormire.
Proprio su questa lettera abbiamo dibattuto in loco, ed è venuto fuori che quel geniaccio del Martinelli era riuscito a saper, dalla farmacista più prossima allo studio del Pasotti, che l'ingegnere aveva richiesto e ottenuto pochi giorni addietro delle gocce per combatter l'insonnia. Secondo il Lorenzetti, amico del popolo e dei lavoratori e nemico del giurato dell'aristocrazia, il sogno descritto e la mancanza di sonno sarebbero da attribuire alla scomparsa del fu Donati di cui il Pasotti si sarebbe sentito responsabile. Credo che sia codesta una delle poche situazioni in cui mi sento di convalidar le teorie del ragazzo.
L'unica preoccupazione a codesto punto dell'indagine è la consapevolezza che molto probabilmente ritroverem il corpo esanime del Pasotti, morto suicida mangiato dai sensi di colpa per la vita spezzata del giovine operaio. Spero di sbagliarmi ma il mio intuito non è solito tradirmi, e la lettera di dimissioni del suicida fattaci pervenire dal Inglese, scritta frettolosamente e senza la benche minima spiegazione di sorta sul suo anomalo comportamento, non fa altro che avvalorare la mia tesi.
I miei compagni han deciso di continuare le ricerche, vogliono addirittura andar a scomodar il disegnatore del Pasotti, mossa alquanto inutile presumo, non credo che il suicida abbia confidato dove si sarebbe consegnato a Caronte, altrimenti sarebbe già balzato agli onori delle cronache. Domattina addirittura c'è in programma una gita a Firenze per aver delucidazioni sul libro ordinato, inutile a codesto punto. Mi aggregherò solo per il gusto della compagnia e per non perder l'occasione di far una girata nella meraviglia del rinascimento.
Avrò anche il tempo per raccontar come stanno i fatti, la triste storia del suicidio ormai avvenuto, ai miei comari, ma solo al ritorno da Firenze in modo da non stemperar il loro entusiasmo e non rovinar la gita.
Spero solo che il Lorenzetti, che tanto per sentirsi utile s'è preso la briga di prender i biglietti ferroviari, non si comporti come il Martinelli e non faccia il taccagno relegandoci in uno squallido vagone di seconda classe.

Disdetta dell'Ing.Pasotti


Poco prima di sparire il Pasotti lasciò questo biglietto sotto la porta del tecnico del Comune Minozzi. La calligrafia è senza ombra di dubbio quella dell'ingegnere ma la nota pare scritta in maniera frettolosa e disinteressata.

Telegramma per il Lorenzetti.

Non si fece attendere la risposta dell'amico di vecchia data Allessandro Bonfanti.

Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"

Lucca 22/08/1921 mattina
Soluzione del caso Pasotti.
Ci son giorni in cui non trovo degne parole per elogiarmi. Oggi è un giorno di quelli.
Stanotte non ho chiuso occhio, i miei pensieri correvano e si intrecciavano senza sosta. Mi rendevo conto che c'era qualcosa che non tornava in questa faccenda. Qualcosa di poco chiaro, qualche indizio che avevo involontariamente sottostimato, o che nonostante il mio fiuto mi era sfuggito.
Quale modo migliore per rassettar le idee che una buona passeggiata sulle nostre fantastiche mura, stamani mi son dato congedo dai miei simpatici compagni e mi son ritirato ad elucubrar in solitudine.
E' bastato dar respiro ai miei pensieri e la soluzione è saltata fuori con sconcertante semplicità.
Riepilogando l'accaduto non capisco come non abbia fatto a non arrivarci prima tale era la semplicità e linearità del caso.
La moglie del Donati, rimasta accidentalmente vedova, giovane e sola, sentendosi persa sola e abbandonata in questo mondo senza certezze, s'è accanita sul povero Pasotti ritenendolo erroneamente responsabile.
Non resta altro che trovar la giovine moglie dell'operaio e ascoltar la sua confessione. Mi recherò all'istante all'ufficio anagrafico per saper dove rintracciarla e avvertir le guardie perchè compiano il loro dovere.

Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"

Lucca 21/08/1921
Aggiornamento inutile sul caso Pasotti.
Oggi è stato veramente un giorno sprecato ed oltremodo afoso.
Con l'allegra combriccola come da accordi ci siam recati sul cantiere abbandonato dal Pasotti.
Ho dovuto corromper, con i miei modi cortesi e un fiasco del mio vino migliore, la guardia del cantiere, dopo aver rischiato di esser malmenati dal custode del cantiere, un villico indigeno dei luoghi, causa una burla innocente del Martinelli.
Sul posto c'è stato da veder poco o nulla, perché tale era da vedere, abbiam' osservato il luogo dov'è deceduto il, pace all'anima sua, Donati, preso atto dello stato attuale dei lavori, e visionato i progetti dell'intervento in questione. Unica notizia sopra le righe c'è stato comunicato che il vecchio capo mastro, tal' Ernesto Dionisio, s'è dimesso alla riapertura del cantiere ed è stato sostituito da tal Gabriele Ciappei.
Il Lorenzetti a codesta notizia ha reagito come un indemoniato borbottando che sicuramente il lavorator Dionisio era stato soggiogato dal Padrone. Proprio simpatico il Lorenzetti quando si inalbera per i suoi presunti ideali, è un giovine gli è concesso.
Nelle prime ore del meriggio abbiam fatto visita al Dionisio, che dopo molte insistenze sul motivo delle sue dimissioni, ha visto bene di farci perder altro inutile tempo e si è congedato da noi asserendo che non si presenterà più in cantiere perchè dei sassi gli han sanguinato tra le mani, elfi e draghi e fate devon popolar i suoi sogni. Tant'è speriamo che smetta di bere e che torni in se.
Ma il massimo dell'inutilità l'ha raggiunto la visita dall'impresario, signor Paolini, ha confermato la natura accidentale del Donati, dovuta al distacco di una pietra dalla parte superiore del ponte e l'abbandono per futili cause del Dionisio. L'unica nota positiva dell'incontro l'ottimo pane e salame offertoci, anche se il vino non era certo dei migliori, e la notizia che il Pasotti aveva un collaboratore, Stefano Merciai.

Dal diario di Alexander Chesterton

Lo sapevo che sarebbe stato molto difficile. Me lo sentivo, ecco. Ogni qual volta mi si presenta un'occasione di guadagno potenzialmente facile, tutto si complica e finisco sempre per rimetterci. Scompare un ingegnere: cosa vuoi, lo sai come sono strampalati gli ingegneri, sarà stata una donna oppure avrà avuto il vizietto del gioco, le solite cose, insomma. Non ci vorrà mica Sherlock Holmes, suvvia. E invece è tutto terribilmente complicato.
Si scopre che il Pasotti è un tipo meticoloso, preciso, scrupoloso. Dedito al lavoro, certosino, stacanovista: un tipo apposto, insomma. Si scopre che casa sua è stata scassinata: nessun oggetto di valore all'interno, è vero, ma nemmeno l'ombra di una rapina: cassetti a posto, casa ordinata e non sottosopra come ci si potrebbe immaginare se veramente ci fosse stata un'intrusione a fini di furto. Poi la scoperta che il Pasotti aveva ordinato un libro sulle streghe in una libreria fiorentina. Questa poi non me la spiego. Sembra che stesse cercando di rintracciare un simbolo: ma un simbolo di che? Chi rappresenta? Mistero. Poi salta fuori una lettera in cui il Pasotti ammette di non dormire da molte notti e che, pare, abbia sognato qualcuno che gli avrebbe detto che di lì a poco sarebbe stato libero, probabilemente a seguito di qualche evento collegato a questo fantomatico personaggio. Il Lorenzetti dice che senza dubbio questa persona protagonista dei sogni(o sarebbe meglio definirli incubi?) del Pasotti è il povero Donati e che il suo tormento sarebbe la colpa per una sua responsabilità nella morte del giovane ma qualcosa non torna. E non è finita ancora.
Il disegnatore di fiducia del Pasotti, un tale Stefano Merciai, viene fuori che sa dov'è il Pasotti e che è uscito per incontrarlo: perfetto no? Basta aspettare che il Merciai torni a casa e tutto sarà ricolto, no? Peccato che il Merciai non sia stranamente rincasato e che, al contrario di quello che aveva detto alla madre, non si sia recato nell'ufficio del Pasotti perché aveva lasciato le chiavi a casa. Dove si era recato, dunque? E perché non era rientrato? Tutto molto strano e io non credo molto alle coincidenze. Son troppo vecchio per crederci. Sono sicuro che ci sfugge qualcosa: il Pasotti ha paura di qualcuno, qualcuno influente, qualcuno che l'ha minacciato, che magari l'ha rapito da casa sua. Poi il rapitore avrebbe anche attirato in una trappola anche il Merciai e potrebbe aver rapito anche lui. Ma perché? Quale movente? I lavori della ferrovia?
A questo proposito ho parlato con Paolini, quello della ditta che segue i lavori, e col Dioniso, l'ex capo mastro testimone oculare della morte del Donati. Il primo ha dichiarato di non aver mai avuto minacce, che il Pasotti non è mai sembrato veramente in ansia né veramente in pena per la morte del Donati.
Il secondo, il Dioniso, ci ha raccontato una storia molto molto strana. Dice di aver visto le pietre del ponte sgorgare sangue! Ma si può? Però anche lui non è un tipo stravagante che ama burlarsi della gente, ma che le pietre facciano sangue poi non si è mai sentito!
Ho il sentore che non vedrò mai le mie 200 £ e che farei meglio a cercarmi un altro lavoro.

Le Streghe nell'Europa Occidentale

delle Dr.ssa Margaret Murray

Il libro parla della tesi di Margaret Alice Murray egittologa di professione e storica della stregoneria per passione, che pubblica a partire dal 1917. Margaret Murray sostiene che la stregoneria è la "vecchia religione" dell'Europa precristiana e di quella celtica, sopravvissuta in modo segreto. La stregoneria combattuta in epoca medievale era nella sostanza, secondo Margaret Murray, l'autentica "religione pagana", in una vasta area d'Europa, legata in buona parte ai Celti.



Appunti del Pasotti


Il Pasotti scrisse questi appunti in evidente stato di agitazione per poi depositarli dentro una piccola scatola nascosta in un cassetta a scomparsa di una cassettiera dello studio nella sua abitazione.

Teodoro Martinelli


Nato a Lucca il 13 maggio 1879
da Federico Martinelli e Rossella Gaddi , dall'eta di 6 anni rimane orfano del padre e vive con la madre
nel Paradiso di Boboli noto bordello di lucca per la sua pulizia e l'alta classe delle sue ragazze.
La madre lo fa Studiare nelle piu rinomate scuole di lucca per non farlo diventare un semplice gestore di bordello.
Finite le scuole medie Martinelli decide di non dar ascolto alla madre e comincia a fare piccoli lavoretti per conto di alcuni clienti abituali del bordello e per la madre.
All'eta di 24 anni decide di avere nuove esperienze fuori dalla sua citta natale e si reca prima a Roma dove conosce un investigatore privato che gli fa fare piccoli lavoretti per aiutarlo poi a Verona dove rimane fino all'arruolamento nell' esercito.
Nel periodo della guerra viene preso come soldato di fanteria e viene schierato subito in prima linea.
Con l a morte della madre chiede e ottiene il congedo per mettersi a gestire l'attivita di famiglia.

Dal diario di Alexander Chesterton

20 Agosto 1921

Oggi ho avuto a che fare con un caso molto interessante. Un tipo di cui da qualche parte devo aver annotato il nome, mi dà £ 100 solo per iniziare il lavoro. Mi ha parlato di un ingegnere scomparso, Pasotti credo, o Panzotti, forse, da qualche parte ho annotato il nome, comunque. Il tipo in questione dice che lo devo ritrovare e che è meglio non avvertire le guardie. Strano però come inizio: perché mai non rimpiazzare il nostro ingegnere con un altro? E perché non rivolgersi ai Carabinieri? Forse perché quelle 100 Lire dovevano esser destinate a me. Comunque mi sono subito messo sotto col lavoro. Ho controllato che non fosse nel suo ufficio e ho controllato che non si trovasse nei paraggi del medesimo. Allora l’indomani ho deciso che sarebbe stato il caso di andare a fare un sopralluogo dove il Panzotti lavorava. Egli era l’ingegnere capo dei lavori della ferrovia che da Borgo a Mozzano sarebbe dovuta arrivare fino a Castelnuovo di Garfagnana.
Il gentilissimo Conte Orsi ha deciso di accompagnarmi con il calesse. Addirittura anche il Lorenzetti e il Martinelli si sono aggregati alla perigliosa missione. Il Lorenzetti è un bravo ragazzo ma non è sopportabile il suo uso di non frequentare la funzione di domenica. Il Martinelli è tirchio come un rabbino, invece, sempre a parlar di denaro e a contrattare con i clienti. Ho il terrore che se dovesse morire una delle sue donnacce, continuerebbe comunque a farla lavorare. Il conte invece è un signore. Non c’ha una lira, si vede, ma quando uno nasce signore, muore signore, non c’è niente da fare.
Giunti al cantiere abbiamo parlato con un tipo scortese che ci ha detto di parlare con il capo cantiere, un tale che dovrebbe abitare nel vicino paese di Borgo a Mozzano.
Riguardo al morto, un pezzo di pietra s’è accidentalmente staccata dal monte ed è finita in testa al povero ragazzo. Non capisco ancora cosa abbiano da urlare tanto i sindacalisti. Lo chiederò al Lorenzetti che ne parla con tanto ardore. O forse potrei anche non farlo per non farmi deviare dalle mie indagini.
Le mie prime supposizioni? Il morto è morto e il Panzerotti è scappato. Se riuscirò a capire dove è scappato altre 200 £. Così potrò finalmente fare quell’apertura nel muro. Non sta bene far entrare i clienti dalla porta del bordello.

Alexander Chesterton II

[seconda parte]

Sulla carrozza che portava il nostro eroe nel borgo italiano c’era anche una certa somma di denaro. In certi ambienti due cose non mancano mai: la faccia tosta e il denaro. Non mi è dato rivelare a quanto ammontasse la dote che il giovane Alexander si portava dall’Inghilterra ma, vi assicuro, che c’erano molti soldi. Per la faccia tosta invece non credo di dover insistere più di tanto.

Mary Ann si vide così recapitare una lettera, un sacco di soldi e un bambino. Vista la sua età e che era vedova già da un pezzo, sarebbe stato molto difficile spiegare quella nascita. Sarebbe stato difficile se non fosse stata scaltra e astuta, la vecchia zia. Decise che avrebbe aiutato quel povero figliuolo. Portò la sfortunata creatura, nascosta in una borsa, nel convento delle Figlie di nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. Attraversò il paese quando ancora il giorno era dietro le montagne e s’arrampicò lungo le strette strade che portavano al convento. Non sapeva ancora cosa dire e se potesse evitare lo scandalo.

La madre superiora non volle sentire ragioni visto che il bambino era maschio. La povera donna insisté inutilmente sul fatto che dire che era maschio non era del tutto esatto visto che era solo un lattante e che prima che fosse diventato uomo sarebbe trascorso ancora molto tempo. Ma la madre superiore si dimostrò molto ferma. Almeno finché non saltarono fuori qualche centinaio di lire. Ecco allora la madre decise che forse un maschio poteva anche stare, in fondo era un maschio in potenza.

L’accordo fu preso e Mary Ann poté tornare col cuore pieno di soddisfazione. Alexander sarebbe stato accudito dalle suore per un anno, dopo di che sarebbe stato trasferito all’Eremo dei Calomini, in Garfagnana. Raggiunti i ventuno anni sarebbe stato libero di scegliere se continuare la vita consacrata, o andarsene per la propria strada. Mary Ann lasciò una lettera alla Madre in cui si indicava come unico parente un certo Ugo Togneri. Mary Ann infatti decise che avrebbe lasciato i soldi rimasti al proprio figlio che avrebbe preso l’impegno di restituirli al legittimo proprietario se questi fosse tornato per conoscerlo. Alexander infatti non sapeva nulla della somma e la lettera era l’unico indizio che l’avrebbe condotto dai soldi.

Non accennerò in questa sede al modo in cui fu registrato all’anagrafe, alle storie che si raccontavano in paese e della vita monastica. Alexander, ribattezzato da tutti Sandro, scappò dall’eremo sei anni prima e là nessuno lo vide mai più. Tornò sui suoi passi e, non conoscendo nessun altro posto, trovò Ugo Togneri che, provò a spiegargli la sua storia. Purtroppo nemmeno lui la sapeva fino in fondo. Il nostro Ugo dopo quindici anni si era affezionato a quel denaro e gli costò non poca fatica dover consegnare i soldi al ragazzo visto che la madre era morta e nessuno sapeva dell’esistenza di quei soldi. Penso che avrebbe trattenuto una parte dei soldi del ragazzo, perché in fondo, a lui non servivano tutti.

Il ragazzo prese i soldi e, su consiglio dello zio Ugo, si trasferì a Lucca dove prese a lavorare come apprendista in una bottega di calzolai. Il lavoro non gli piaceva però e poco dopo si allontanò per cercar fortuna altrove. Le peripezie (è il caso di usare questa parola, certo) portarono il giovane a zonzo per la Toscana a provar la vita, a girar le strade e a imparar mestieri. Nessun mestiere era però adatto alle mani sottili del giovane, nessuna fatica era adatta alle tasche sempre piene del giovanotto. Quando però s’accorse che in fondo il denaro era diventato poco, tornò a casa, nell’unico posto in cui aveva, secondo lui, una parentela: Bagni di Lucca.

Qui mise su famiglia, sposò una donna più vecchia, ma anche più ricca, una tale Priscilla Rondina. Non ebbe mai figli. Ereditò la piccola casa di Mary Ann Chesterton e, un posto al cimitero, già pronto, sotto la sua povera moglie.

Poi l’idea di un lavoro di investigatore. A Firenze e a Roma c’erano molti uffici di detective privati. Magari l’idea di aprire uno studio a Lucca, nel centro storico, non era male.