Chesterton in biblioteca
La leggenda di Lucida Mansi
Estratto da “Monarchia Oggi”
Il simbolo
Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"
Rettifiche sul caso Pasotti, svolta interessante e definitiva delle indagini.
Disdetta dell'Ing.Pasotti
Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"
Dal "diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi"
Oggi è stato veramente un giorno sprecato ed oltremodo afoso.
Con l'allegra combriccola come da accordi ci siam recati sul cantiere abbandonato dal Pasotti.
Ho dovuto corromper, con i miei modi cortesi e un fiasco del mio vino migliore, la guardia del cantiere, dopo aver rischiato di esser malmenati dal custode del cantiere, un villico indigeno dei luoghi, causa una burla innocente del Martinelli.
Sul posto c'è stato da veder poco o nulla, perché tale era da vedere, abbiam' osservato il luogo dov'è deceduto il, pace all'anima sua, Donati, preso atto dello stato attuale dei lavori, e visionato i progetti dell'intervento in questione. Unica notizia sopra le righe c'è stato comunicato che il vecchio capo mastro, tal' Ernesto Dionisio, s'è dimesso alla riapertura del cantiere ed è stato sostituito da tal Gabriele Ciappei.
Il Lorenzetti a codesta notizia ha reagito come un indemoniato borbottando che sicuramente il lavorator Dionisio era stato soggiogato dal Padrone. Proprio simpatico il Lorenzetti quando si inalbera per i suoi presunti ideali, è un giovine gli è concesso.
Nelle prime ore del meriggio abbiam fatto visita al Dionisio, che dopo molte insistenze sul motivo delle sue dimissioni, ha visto bene di farci perder altro inutile tempo e si è congedato da noi asserendo che non si presenterà più in cantiere perchè dei sassi gli han sanguinato tra le mani, elfi e draghi e fate devon popolar i suoi sogni. Tant'è speriamo che smetta di bere e che torni in se.
Ma il massimo dell'inutilità l'ha raggiunto la visita dall'impresario, signor Paolini, ha confermato la natura accidentale del Donati, dovuta al distacco di una pietra dalla parte superiore del ponte e l'abbandono per futili cause del Dionisio. L'unica nota positiva dell'incontro l'ottimo pane e salame offertoci, anche se il vino non era certo dei migliori, e la notizia che il Pasotti aveva un collaboratore, Stefano Merciai.
Dal diario di Alexander Chesterton
Le Streghe nell'Europa Occidentale
Appunti del Pasotti
Teodoro Martinelli
Dal diario di Alexander Chesterton
Oggi ho avuto a che fare con un caso molto interessante. Un tipo di cui da qualche parte devo aver annotato il nome, mi dà £ 100 solo per iniziare il lavoro. Mi ha parlato di un ingegnere scomparso, Pasotti credo, o Panzotti, forse, da qualche parte ho annotato il nome, comunque. Il tipo in questione dice che lo devo ritrovare e che è meglio non avvertire le guardie. Strano però come inizio: perché mai non rimpiazzare il nostro ingegnere con un altro? E perché non rivolgersi ai Carabinieri? Forse perché quelle 100 Lire dovevano esser destinate a me. Comunque mi sono subito messo sotto col lavoro. Ho controllato che non fosse nel suo ufficio e ho controllato che non si trovasse nei paraggi del medesimo. Allora l’indomani ho deciso che sarebbe stato il caso di andare a fare un sopralluogo dove il Panzotti lavorava. Egli era l’ingegnere capo dei lavori della ferrovia che da Borgo a Mozzano sarebbe dovuta arrivare fino a Castelnuovo di Garfagnana.
Il gentilissimo Conte Orsi ha deciso di accompagnarmi con il calesse. Addirittura anche il Lorenzetti e il Martinelli si sono aggregati alla perigliosa missione. Il Lorenzetti è un bravo ragazzo ma non è sopportabile il suo uso di non frequentare la funzione di domenica. Il Martinelli è tirchio come un rabbino, invece, sempre a parlar di denaro e a contrattare con i clienti. Ho il terrore che se dovesse morire una delle sue donnacce, continuerebbe comunque a farla lavorare. Il conte invece è un signore. Non c’ha una lira, si vede, ma quando uno nasce signore, muore signore, non c’è niente da fare.
Giunti al cantiere abbiamo parlato con un tipo scortese che ci ha detto di parlare con il capo cantiere, un tale che dovrebbe abitare nel vicino paese di Borgo a Mozzano.
Riguardo al morto, un pezzo di pietra s’è accidentalmente staccata dal monte ed è finita in testa al povero ragazzo. Non capisco ancora cosa abbiano da urlare tanto i sindacalisti. Lo chiederò al Lorenzetti che ne parla con tanto ardore. O forse potrei anche non farlo per non farmi deviare dalle mie indagini.
Le mie prime supposizioni? Il morto è morto e il Panzerotti è scappato. Se riuscirò a capire dove è scappato altre 200 £. Così potrò finalmente fare quell’apertura nel muro. Non sta bene far entrare i clienti dalla porta del bordello.
Alexander Chesterton II
[seconda parte]
Sulla carrozza che portava il nostro eroe nel borgo italiano c’era anche una certa somma di denaro. In certi ambienti due cose non mancano mai: la faccia tosta e il denaro. Non mi è dato rivelare a quanto ammontasse la dote che il giovane Alexander si portava dall’Inghilterra ma, vi assicuro, che c’erano molti soldi. Per la faccia tosta invece non credo di dover insistere più di tanto.
Mary Ann si vide così recapitare una lettera, un sacco di soldi e un bambino. Vista la sua età e che era vedova già da un pezzo, sarebbe stato molto difficile spiegare quella nascita. Sarebbe stato difficile se non fosse stata scaltra e astuta, la vecchia zia. Decise che avrebbe aiutato quel povero figliuolo. Portò la sfortunata creatura, nascosta in una borsa, nel convento delle Figlie di nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. Attraversò il paese quando ancora il giorno era dietro le montagne e s’arrampicò lungo le strette strade che portavano al convento. Non sapeva ancora cosa dire e se potesse evitare lo scandalo.
La madre superiora non volle sentire ragioni visto che il bambino era maschio. La povera donna insisté inutilmente sul fatto che dire che era maschio non era del tutto esatto visto che era solo un lattante e che prima che fosse diventato uomo sarebbe trascorso ancora molto tempo. Ma la madre superiore si dimostrò molto ferma. Almeno finché non saltarono fuori qualche centinaio di lire. Ecco allora la madre decise che forse un maschio poteva anche stare, in fondo era un maschio in potenza.
L’accordo fu preso e Mary Ann poté tornare col cuore pieno di soddisfazione. Alexander sarebbe stato accudito dalle suore per un anno, dopo di che sarebbe stato trasferito all’Eremo dei Calomini, in Garfagnana. Raggiunti i ventuno anni sarebbe stato libero di scegliere se continuare la vita consacrata, o andarsene per la propria strada. Mary Ann lasciò una lettera alla Madre in cui si indicava come unico parente un certo Ugo Togneri. Mary Ann infatti decise che avrebbe lasciato i soldi rimasti al proprio figlio che avrebbe preso l’impegno di restituirli al legittimo proprietario se questi fosse tornato per conoscerlo. Alexander infatti non sapeva nulla della somma e la lettera era l’unico indizio che l’avrebbe condotto dai soldi.
Non accennerò in questa sede al modo in cui fu registrato all’anagrafe, alle storie che si raccontavano in paese e della vita monastica. Alexander, ribattezzato da tutti Sandro, scappò dall’eremo sei anni prima e là nessuno lo vide mai più. Tornò sui suoi passi e, non conoscendo nessun altro posto, trovò Ugo Togneri che, provò a spiegargli la sua storia. Purtroppo nemmeno lui la sapeva fino in fondo. Il nostro Ugo dopo quindici anni si era affezionato a quel denaro e gli costò non poca fatica dover consegnare i soldi al ragazzo visto che la madre era morta e nessuno sapeva dell’esistenza di quei soldi. Penso che avrebbe trattenuto una parte dei soldi del ragazzo, perché in fondo, a lui non servivano tutti.
Il ragazzo prese i soldi e, su consiglio dello zio Ugo, si trasferì a Lucca dove prese a lavorare come apprendista in una bottega di calzolai. Il lavoro non gli piaceva però e poco dopo si allontanò per cercar fortuna altrove. Le peripezie (è il caso di usare questa parola, certo) portarono il giovane a zonzo per la Toscana a provar la vita, a girar le strade e a imparar mestieri. Nessun mestiere era però adatto alle mani sottili del giovane, nessuna fatica era adatta alle tasche sempre piene del giovanotto. Quando però s’accorse che in fondo il denaro era diventato poco, tornò a casa, nell’unico posto in cui aveva, secondo lui, una parentela: Bagni di Lucca.
Qui mise su famiglia, sposò una donna più vecchia, ma anche più ricca, una tale Priscilla Rondina. Non ebbe mai figli. Ereditò la piccola casa di Mary Ann Chesterton e, un posto al cimitero, già pronto, sotto la sua povera moglie.
Poi l’idea di un lavoro di investigatore. A Firenze e a Roma c’erano molti uffici di detective privati. Magari l’idea di aprire uno studio a Lucca, nel centro storico, non era male.