Dal diario di Alexander Chesterton

Lo sapevo che sarebbe stato molto difficile. Me lo sentivo, ecco. Ogni qual volta mi si presenta un'occasione di guadagno potenzialmente facile, tutto si complica e finisco sempre per rimetterci. Scompare un ingegnere: cosa vuoi, lo sai come sono strampalati gli ingegneri, sarà stata una donna oppure avrà avuto il vizietto del gioco, le solite cose, insomma. Non ci vorrà mica Sherlock Holmes, suvvia. E invece è tutto terribilmente complicato.
Si scopre che il Pasotti è un tipo meticoloso, preciso, scrupoloso. Dedito al lavoro, certosino, stacanovista: un tipo apposto, insomma. Si scopre che casa sua è stata scassinata: nessun oggetto di valore all'interno, è vero, ma nemmeno l'ombra di una rapina: cassetti a posto, casa ordinata e non sottosopra come ci si potrebbe immaginare se veramente ci fosse stata un'intrusione a fini di furto. Poi la scoperta che il Pasotti aveva ordinato un libro sulle streghe in una libreria fiorentina. Questa poi non me la spiego. Sembra che stesse cercando di rintracciare un simbolo: ma un simbolo di che? Chi rappresenta? Mistero. Poi salta fuori una lettera in cui il Pasotti ammette di non dormire da molte notti e che, pare, abbia sognato qualcuno che gli avrebbe detto che di lì a poco sarebbe stato libero, probabilemente a seguito di qualche evento collegato a questo fantomatico personaggio. Il Lorenzetti dice che senza dubbio questa persona protagonista dei sogni(o sarebbe meglio definirli incubi?) del Pasotti è il povero Donati e che il suo tormento sarebbe la colpa per una sua responsabilità nella morte del giovane ma qualcosa non torna. E non è finita ancora.
Il disegnatore di fiducia del Pasotti, un tale Stefano Merciai, viene fuori che sa dov'è il Pasotti e che è uscito per incontrarlo: perfetto no? Basta aspettare che il Merciai torni a casa e tutto sarà ricolto, no? Peccato che il Merciai non sia stranamente rincasato e che, al contrario di quello che aveva detto alla madre, non si sia recato nell'ufficio del Pasotti perché aveva lasciato le chiavi a casa. Dove si era recato, dunque? E perché non era rientrato? Tutto molto strano e io non credo molto alle coincidenze. Son troppo vecchio per crederci. Sono sicuro che ci sfugge qualcosa: il Pasotti ha paura di qualcuno, qualcuno influente, qualcuno che l'ha minacciato, che magari l'ha rapito da casa sua. Poi il rapitore avrebbe anche attirato in una trappola anche il Merciai e potrebbe aver rapito anche lui. Ma perché? Quale movente? I lavori della ferrovia?
A questo proposito ho parlato con Paolini, quello della ditta che segue i lavori, e col Dioniso, l'ex capo mastro testimone oculare della morte del Donati. Il primo ha dichiarato di non aver mai avuto minacce, che il Pasotti non è mai sembrato veramente in ansia né veramente in pena per la morte del Donati.
Il secondo, il Dioniso, ci ha raccontato una storia molto molto strana. Dice di aver visto le pietre del ponte sgorgare sangue! Ma si può? Però anche lui non è un tipo stravagante che ama burlarsi della gente, ma che le pietre facciano sangue poi non si è mai sentito!
Ho il sentore che non vedrò mai le mie 200 £ e che farei meglio a cercarmi un altro lavoro.

3 commenti:

  1. ma senza le 200£ come convincerai il Martinelli a farti aprire una porta per l'ufficio?

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  2. bravo!! che mi son scordato un pò di cose così me l'hai rimesse a mente!! si le ducento lire mi sa che non le vedi!!

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  3. No no ni do foo alla macchina a quel tipo del comune. La macchina prima o poi la comprerà, eh . .

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