Dal “diario personale del Conte Arduinio Di Martella Orsi

Lucca 24/08/1921
Drammatica e raccapricciante svolta del caso Pasotti.
Tralascio in questi appunti i dettagli marginali della giornata, son stanco e sconvolto. Alla mia età certe visioni e situazioni non son facili da comprendere. La grande guerra e i miei lutti intimi mi han preparato al dolore, ma quello che mi son trovato difronte oggi va oltre ogni mia comprensione.
Abbiamo rintracciato con facilità la dimora vacanziera del Pasotti, una piccola casetta sperduta in un vecchio bosco di castagni poco fuori le porte della cittadina di Barga. Scorta la porta aperta, e gli evidenti segni di calpestio fuori l'uscio di casa, ci siam rincuorati credendo d'esser arrivati al capolinea del “caso Pasotti”, sarebbe bastato riportar alla ragione lo sconvolto ingegnere e riaccompagnarlo a Lucca e ai suoi lavori.
Una volta entrati il piccolo alloggio esso si rivelò deserto, o meglio così ci apparve in un primo momento.
É qui che inizia la parte sconvolgente della giornata e dell'intera vicenda. La piega presa da questo caso mi coglie impreparato. Mai avrei pensato che in vita mia mi sarei trovato testimone oculare di una simile scena. Anche il Lorenzetti, che data la sua giovine età è stato uomo di trincea durante la guerra, si è trovato sconvolto e disorientato difronte alla visione che ci s'è parata davanti agli occhi una volta perquisita la cantina del piccolo stabile.
La buon anima del Martinelli non ha retto alla vista di quello scempio disumano ed efferato, è scappato spaventato come un cane bastonato su per le scale bianco in viso e con la morte stampata negli occhi. La morte, si la morte, quella del povero Merciai. Il corpo del giovane giaceva brutalmente deturpato su di un tavolo in legno al centro dell'umida cantina. Il corpo nudo e pallido sdraiato con la faccia rivolta al soffitto, gli occhi sgranati e spaventati e una disumana smorfia di dolore. L'espressione terrorizzata del giovane ragazzo dai capelli rossi era la conferma lampante che le barbarie inferte sul suo corpo inerme fossero state compiute con una violenza inaudita prima ancora che egli fosse spirato. La minuta cassa toracica del ragazzo era sventrata dai colpi imprecisi di una lama non affilata, una profonda apertura ne mostrava l'interno. Il cuore era stato strappato dalla sua sede, al suo posto, un foglio scritto a mano, strane parole in latino e il disegno di quel simbolo. Sempre lo stesso, quello del bigliettino a casa del Pasotti, quello sul libro di Firenze. Il simbolo era ripetuto anche su un altro oggetto, un vaso, infatti lungo un lato della stanza vi era un rudimentale altare con nere candele ancora accese, segno inconfuabile che qualcuno fosse presente poco prima del nostro arrivo, che facevano da cornice a questo vaso. Vi era contenuta la reliquia mancante del Merciai, immersa nel suo stesso sangue. La visione, se è possibile, è stata ancora più nefasta di quella del corpo martoriato. Chi può compiere una azione simile, per quale motivo? Pazzia? Credo che non vi sia altra spiegazione possibile.
Nella cantina si respirava l'aria di quello che doveva esser, nell'intenzione del carnefice, la rievocazione di un rito apotropaico, una specie di donazione, un sacrificio umano. Può, la delirante mente dell'ingegnere, distrutta dai sensi di colpa per la morte del giovane muratore, aver architettato e compiuto questa efferata carneficina? Può, nelle notti infestate dagli incubi, aver rievocato in lui l'insano istinto primordiale di creder in questi riti? Che abbia cercato, disperato e impaurito, di pagar un dazio per liberar se stesso dai suoi sensi di colpa? Ma come mai allora la lettera al parroco, aveva confidato a qualcuno quello che intendeva fare? Aveva voluto lasciar una flebile traccia dietro di se nella speranza di esser fermato in tempo?
Abbiamo deciso d'abbandonar la stanza degli orrori e, dopo aver cercato di riportar alla ragione il Teodoro, ci siamo prontamente recati dai Carabinieri. Accompagnatoli sul luogo dell'omicidio abbiamo dato loro tutte le informazioni in nostro possesso per agevolar loro le indagini. Sul pavimento della casa avevo anche trovato una piccola spilla d'argento, ma nella concitazione del momento m'è rimasta in tasca e non l'ho mostrata alle guardie. Una volta sbrigate le interminabili pratiche burocratiche di rito son stati tanto gentili da riaccompagnarci a Lucca per l'ora di cena. Spero che il Pasotti venga trovato al più presto. Ho paura che possa ripeter le proprie azioni, Dio vegli su di lui e che la ragione torni a rimpossessarsi della sua mente.

2 commenti:

  1. signor Conte mi complimento con lei, anche se lo ritenevo difficile, lei si è superato in uqesto racconto di angosciante analisi.

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  2. riveduto e corretto.. si devo ammetter he per esser uno che scrivera 5 righe nei temi a scuola son proprio fiero di me :)

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