Di come tutto ebbe inizio


Era una sera d'agosto come tante: afosa e senza niente da fare... la combriccola d'amici era riunita come d'abitudine fuori del Paradiso di Boboli di proprietà del Martinelli intenta a discutere di politica, donne (più donne che politica) ed a bere del buon vino (se il vino del Conte si può definire buono). Erano oramai tre mesi che Sandro aveva aperto il suo studio d’investigazioni ma, appare un caso di furto di galline, di altri non ce ne era stata nemmeno l'ombra... una sera come tante dicevamo, fino a che, quel sabato 20 agosto, un uomo elegante, teso ed intimidito forse dal fatto che lo studio di investigazioni era dentro un bordello, venne a cercare il Sig. Chesterton (per i più Sandro). Questo buon’uomo (o almeno questo era quello che dava a d’intendere) si rilevò tal Morroni, impiegato del Comune di Lucca, che mise nelle mani dell’incredulo Sandro una banconota di ben 100£ (che erano quello che il buon Sandro pagava a quel tirchio del Martinelli per un mese di affitto di quella stanzetta dentro al bordello… e senza porta indipendente per giunta!) L’incarico era tanto semplice quanto strano: tale Ing. Pasotti, noto per la precisione e i modi composti, era scomparso da più di una settimana senza lasciar traccia alcuna, se non di aver fatto mandare una disdetta alquanto rara e sbrigativa, abbandonando il cantiere di cui era responsabile per l’apertura di un arco nel noto ponte della Maddalena per permettere al treno, quel prodigio della scienza, di raggiungere Castelnuovo nel cuore della Garfagnana. Gli amici informati del compito appena ricevuto si offrirono con entusiasmo di seguire l’investigatore nella sua indagine, vuoi per l’interessamento per la storia, vuoi (soprattutto aggiungo io) per il fatto che nelle caldo giornate di agosto non si trova mai nulla da fare. Il Conte, il giovine Lorenzetti (sempre politicamente impegnato), Sandro e quel tirchiaccio del Martinelli non stettero con le mani in mano e si mossero con passo deciso (ma sempre lento, come si compiace a gente di un certo ceto) verso il Fillungo dove l’Ing. Pasotti era noto avere uno studio… costatato che alle otto e mezzo di sera di sabato venti agosto l’ingegnere non era a lavoro capirono che il caso era veritiero e, soddisfatti di codesta semplice quanto importante scoperta andarono al caffè delle mura, dove era solita ritrovarsi la bella gente, per bere qualcosa di fresco e discutere di donne, politica e tempo. L’indomani mattina i quattro decisero di fare una girata fino al Ponte della Maddalena e il Conte, che era sempre attento alle buone maniere, si offri per mettere a disposizione il proprio calesse. Il viaggio sotto il sole torrido trascorse tranquillo, sereno e un po’ sudato. All’arrivo, dopo aver ammirato la bellezza del ponte del X secolo i nostri amici intrapresero una piacevole chiacchierata con un operaio incaricato di custodire i materiali di cantiere e, dopo una bottiglia di vino e qualche panino (anche questi offerti gentilmente dal sempre ottimo conte) il bifolco… chiedo scusa, l’operario, raccontò di come i lavori fossero fermi praticamente fin da subito prima, con l’accidentale e tragica morte del giovine Donati e, una volta dissequestrato il cantiere, dalla misteriosa sparizione dell’Ingegnere… i quattro con i loro modi affabili (e grazie forse anche a qualche bicchier di vino) riuscirono addirittura a farsi mostrare i progetti del Pasotti che in quanto a precisione non era secondo a nessuno. Sulla via del ritorno i quattro decisero bene di fermarsi al Borgo per chiacchierare sia con il proprietario dell’omonima ditta di costruzioni Paolini, sia con Ernesto Dionisio che si era licenziato dal suo incarico di capomastro appena il cantiere riprese a muoversi dopo l’incidente accaduto al povero Donati. Il primo si dimostro subito disponibile e cortese e, offrendo una modesta quanto casereccia merenda ai nostri amici, raccontò cose di poco conto avallando così la tesi per cui la sparizione del Pasotti era cosa strana e alquanto inaspettata. Il Dionisio invece dopo un inizio titubante e sulla difensiva svelò invece di aver assistito ad un fatto strano mentre lavorava al ponte: “Le pietre sanguinavano e l’odore dolciastro e nauseante del sangue era così forte da essere insopportabile!” disse!!! Dopo queste incredibili (nel senso di poco credibili) parole Sandro e la sua combriccola si congedarono con gentilezza dal poco stabile Dionisio per fare ritorno all'amata casa…

2 commenti:

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