Del continuare nelle investigazioni


Il seguente lunedì il gruppetto di volenterosi si mosse in varie maniere per venire a capo del caso. Di notevole interesse fu senz’altro la visita a casa Pasotti, la porta dell’appartamento, posto all’ultimo piano di una palazzina in Via Nuova, fu trovata, infatti, brutalmente scassinata. L’appartamento comunque era, tutto sommato, in ordine ma, agli attenti investigatori, non sfuggirono i maneggiamenti nell’ufficio privato dell’ingegnere ed un libro di latino posto sulla comodina. Fu il Lorenzetti a compiere forse la scoperta più interessante! Nella credenza dello studio, infatti, trovo un cassetto nascosto, di quelli che se ne vedono molti e ne tirò fuori una scatolina in elegante mogano con incise le iniziali dello scomparso Ingegnere. Sandro, dotato di mano leggera e sensibile, non ebbe alcuna difficoltà a forzare la serratura della scatola. Nel suo interno trovarono una lettera, nella quale il Pasotti esprimeva l’angoscia di questi suoi giorni, qualche lira e una ricevuta per un libro ordinato alla libreria “L’Antro Antico” di Firenze. Nella giornata i quattro continuarono a indagare senza sosta e senza alcun risparmio di energia, andando all’anagrafe, all’ufficio del Pasotti (dove trovarono ogni cosa al suo posto) e infine a casa del Merciai, aiutante dell’ingegnere, dove trovarono la madre che gli disse che dopo più di una settimana suo figlio Stefano era finalmente riuscito a contattare l’Ingegnere ed era uscito presto alla mattina per lavorare. Il martedì la combriccola partì presto col treno per andare a Firenze… direzione l’Antro Antico, non fu difficile, per gente del loro livello, trovare la piccola libreria, in una traversa vicino al Ponte Vecchio. Il negozio sapeva di libri e di vecchio, gli scaffali erano colmi di libri catalogati in non si sa bene quale maniera. Dopo qualche breve (ed inutile aggiungo io) parola scambiata col vecchio libraio i quattro si fecero consegnare il libro ordinato dallo scomparso, tale Witches of East Europe inglese della Prof. Murray, pagando il poco che l’attento Pasotti doveva dare. All’interno del libro trovarono un fogliettino che ritraeva, per mano dell’ingegnere uno strano simbolo, all’infine i quattro decisero di sfruttare l’occasione (da sagge persone) per mangiare un sempre saporito panino al lampredotto e fare ritorno a Lucca, dove arrivano per le due. Arrivato alla propria città Periclè andò subito ad inviare un telegramma ad un suo amico appassionato di esoterismo di Milano che forse avrebbe potuto far luce sulla strana faccenda Nel pomeriggio i quattro, che da uomini arguti avevano cadauno le proprie idee in merito al caso, si divisero. Chesterton andò in biblioteca dove, dopo aver fatto la tessera da persona perbene, trovo interessanti riscontri riguardo le streghe in toscana, poi sulla strada del ritorno decise di fermarsi in armeria dove, esibendo il suo permesso di caccia, compro una rivoltella. Il Conte dal canto suo volle tornare a casa Pasotti dove, controllando più attentamente il vocabolario di latino, notò come Enrico (questo difatti è il nome dello scomparso) avesse annotato qualche parola sul libro. L’ingegno si sa colpisce all’improvviso e fu così che Arduinio ebbe la trovata (geniale dico io) di controllare il tampone della china venendo così a scoprire che il povero Ingegnere era uomo timorato di Dio ed era assiduo frequentatore di Chiesa. Inutile dire (ma ci tengo comunque) che il passo successivo fù quello di andare a parlate col prete che, dal canto suo, si dimostrò un po’ restio a parlare di fatti privati di una sua pecorella (l’ingegnere!). Ma il Conte, come sempre del resto, con i modi affabili ed eleganti si seppe fare benvolere e riuscii ad estorcere al prete la confessione del Pasotti che disse, pare in una lettera, che si sarebbe ritirato in una casa di sua proprietà in montagna per cercare di fuggire dalle ansie che sembravano turbarlo a dismisura. Il Lorenzetti e il Martinelli invece, nonostante non si fossero messi d’accordo, ebbero la stessa idea di tornare al Borgo, il ritrovo alla fermata Lazzi fù quindi una gioia, e i due approfittarono del viaggio in corriera per parlare delle proprie idee riguardo al caso. L’incontro con Paolini e non portò grandi nuove… se si toglie il fatto che il Lorenzetti ricevette come dono del suo interessamento per la faccenda un ottimo coniglio appena ammazzato (che poi avrebbe donato al Dionisio come gesto di persona buona e coscienziosa). Il Dionisio (accettato con entusiasmo il coniglioro) confermo la sua agghiacciante visione e raccontò perdipiù dei suoi ricorrenti incubi con protagonista un ragazzo dai capelli rossi che urlava tra le fiamme… i due nostri grandi amici tornarono verso piazza Grande scambiandosi opinioni. Ma come si suol dire… chi dorme non piglia pesci e la giornata del quattro era tutt’altro che conclusa!!! Infatti il Conte col Sandro andarono a casa della zia del Pasotti, signora anziana dalla squisita cortesia che, invitandoli ad entrare per una rapida e saporita merenda, seppe (in qualche modo) fornire preziose indicazioni (poi approfondite con conoscenze al Comune) di dove era ubicata la bicocca dell’Ingegnere (Barga per l’appunto). I due poi, con la promessa di una pronta rimpatriata con l’allegra signora, si congedarono con buone maniere. In seguito, raggiunti dal Martinelli ed il Lorenzetti, arrivato da poco, si recarono a casa del Merciai scoprendo così che il giovine non si era più visto ed era stata fatta denuncia ai Carabinieri e, informandosi, scoprirono che il ragazzo aveva i capelli di un colore rosso acceso (come quelli della visione del povero Dionisio). Dopo aver telefonato al proprio compagno di Milano che aveva prontamente risposto al telegramma, il militante Pericle, venuto a sapere dal Conte delle abitudini del Pasotti, disse che sarebbe andato a trovare il Prete e, non si sa bene come, riuscii ad avere tutte le informazioni che desiderava e che il Conte, nonostante i suoi modi da nobile, non era riuscito ad ottenete. Se mi concedete un opinione credo che il Lorenzetti sia sicuramente stato davvero gentile col buon Pastore. La giornata si poté dire finalmente conclusa con l’acquisto di quattro biglietti per Barga… il giorno dopo l’appuntamento era ben presto così, i nostri amici, si salutarono come si conviene e andarono a prendersi il loro sacrosanto riposo…

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